Il rione Sanità
Sono nato nel Rione Sanità, il più famoso di Napoli… (Totò)
Qui è nato Totò, qui si sono ispirati Eduardo De Filippo per tante commedie, Rossellini e De Sica per alcuni film. Qui, nei vicoli dove convivono chiese barocche e case fatiscenti, palazzi nobiliari e bassi scavati nel tufo, i bambini tornano a crescere con una nuova coscienza: studiano, fanno teatro, suonano in orchestra, fanno esperienze concrete finalizzate a un progetto di una vita comunitaria che possa coinvolgere tutti i residenti.
La Sanità non è solo un quartiere di Napoli, è l’espressione viva e autentica di tutte le sue contraddizioni. Situato in una valle ai piedi della collina di Capodimonte, in antichità fu considerato luogo ideale per la costituzione sia della necropoli greco-romana che delle catacombe cristiane, come quelle di San Gennaro, San Gaudioso, e San Severo, fondando quell’inscindibile legame tra uomo e morte che si è consolidato nei secoli, come dimostra il cimitero delle Fontanelle, realizzato per ospitare le vittime della grande peste del 1656.
La natura incontaminata del luogo e quella miracolosa delle catacombe, intese insieme come salubritas, spiegano l’etimo della zona. Il quartiere si sviluppò urbanisticamente dalla fine del XVI secolo fino al XVIII, diventando l’area prescelta da nobili e ricchi borghesi napoletani per le proprie dimore, come palazzo San Felice e palazzo dello Spagnolo che costituiscono ancora oggi alcune delle principali eccellenze architettoniche.
Cresciuto sulla scoscesa via di collegamento tra il centro antico e la Reggia di Capodimonte, il rione venne tagliato fuori dalla città a inizio Ottocento quando furono realizzati Corso Napoleone e il ponte per volere di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat. L’isolamento ha provocato nel tempo un lento processo di emarginazione economica e sociale unitamente al degrado architettonico e urbanistico.
La Sanità è diventata una sorta di “periferia al centro della città”, dove il tasso di disoccupazione è fortemente elevato, le precarie condizioni di impiego e gli espedienti sono norme di sopravvivenza e la criminalità organizzata rappresenta un’alternativa di vita per molti ragazzi che abbandonano la scuola dell’obbligo in cerca di facili guadagni e affermazione sociale. Il desiderio di rinascita ha tratto forza dalla crescente consapevolezza delle ricchezze storico-culturali del quartiere. Così, negli ultimi anni, diverse associazioni culturali e sociali di volontariato si sono costituite in Rete per dare vita a forme inedite e creative di partecipazione attiva e di riscatto sociale.
Oggi nel Rione Sanità lavorano oltre 30 enti no profit (cooperative, associazioni, gruppi parrocchiali etc.) che si propongono come un nuovo modello di imprenditoria sociale, sana, solidale e sostenibile. Determinante è il contributo della parrocchia della Basilica di Santa Maria alla Sanità e del suo parroco, padre Antonio Loffredo, che da anni investe soprattutto nell’educazione e nella formazione dei giovani, mettendo a loro disposizione tanti spazi e un meraviglioso patrimonio artistico.
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